L’analisi SWOT è quella cosa che a me risolleva la giornata e mi fa affrontare meglio una delle parti più noiose del mio lavoro che è l’analisi dei concorrenti. Per un’azienda l’analisi SWOT è uno strumento importante di presa di coscienza sul proprio futuro.
Per arrivare ad una analisi SWOT si passa per la concorrenza
Capiamoci: guardare la concorrenza è necessario, perché senza questo passaggio non si arriva ad una soluzione strategica corretta e centrata. Perché quindi vi dico che è una noia? Perché quasi sempre non vedo messa in atto alcuna strategia nei vostri concorrenti e quindi è quasi come se perdessi tempo.
Ho però trovato un modo per farmela piacere. Mi immagino di essere impegnato nell’ascesa verso un rifugio.
Non credo che ci sia nessuno che possa dire che il tragitto sul sentiero è un momento esaltante della giornata. Magari vi trovate a doverlo fare in un bosco, senza paesaggio, oppure il sentiero è sdrucciolevole e pieno di fango per le recenti piogge o, ancora, non siete proprio in forma e la fatica è tanta. Ma quando arrivate al rifugio e davanti a voi si apre la vallata, metri e metri sotto di voi, e l’aria è fresca anche in luglio o agosto, vi sedete a riposarvi e prendete quella semplice fetta di torta di mele o di strudel che a casa è buona…ma lì al rifugio è estasiante.
SWOT sta per…
Per me l’analisi è la salita verso il rifugio e quando arrivo al termine, trovo il mio rifugio e la mia fetta di strudel: l’analisi SWOT.
SWOT è l’acronimo che nasce dai quattro punti cardinali d’indagine: Strengths, Weaknesses, Opportunities e Threats.
Strengths
Sono i punti di forza, quegli elementi che l’azienda sa essere ambiti su cui può puntare.
Weaknesses
I punti di debolezza. In maniera trasparente sono gli elementi che l’azienda sa di dover migliorare.
Opportunities
Le opportunità. Rispetto alla situazione dell’azienda e dei concorrenti, sono ambiti su cui l’azienda può organizzare una propria presenza.
Threats
Le minacce. Cosa nel futuro l’azienda può aspettarsi di pericoloso per la propria presenza nel mercato da parte dei concorrenti e del mercato stesso.
I primi due punti si focalizzano sull’analisi del cliente. Per quanto mi riguarda valuto la sua comunicazione ma anche aspetti che potrebbero inficiare il risultato della strategia che voglio proporre: rapporto qualità/prezzo di un prodotto, valutazione sulla scelta del mercato in cui intendono entrare, a volte anche organizzazione aziendale. Tutto ciò sia in termini assoluti che in rapporto a quanto vedo dai concorrenti. Questo mi consente di valutare anche quali possono essere le opportunità aperte per il mio cliente e anche le minacce, a cui la mia strategia dovrà opporsi.
Chi fa l’analisi SWOT? Ecco perché serve una figura non coinvolta
È molto difficile avere una visione obiettiva della propria azienda, della nostra figura come liberi professionisti e del mercato.
Le considerazioni che mi vengono fatte sono sempre considerazioni personali, che nascono da una propria visione empirica del mercato e da una sovrastima (o sottostima) della propria azienda. In realtà è abbastanza normale che vada così.
Come appassionato di pallacanestro, seguo anche quel che si dice sui social. Vedo spesso dar valutazione di un giocatore basandosi solo sui risultati ottenuti in attacco: punti, percentuali, assist. Ma un grande allenatore del passato diceva che gli attacchi servono a vendere i biglietti e le difese a vincere i campionati. Così guardo come si comporta il giocatore in difesa: quanto fa giocare male il suo avversario, le stoppate, le palle rubate, quante poche palle perse ha, come con i suoi movimenti ostacola il gioco degli avversari. Anche (o meglio, soprattutto) qui sta la bravura di un giocatore.
Tutto ciò per dire che non possiamo guardare la nostra azienda e il nostro mercato sulla base della tifoseria, cercando quello che vogliamo trovare e non cercando lo stato delle cose. Analisi fatte in questo modo non solo non servono a nulla, ma sono pericolose.
In conclusione…
Una giusta analisi SWOT, fatta magari anche all’interno dell’azienda, ma da figure che non hanno da perdere né da guadagnarci dai risultati e che abbiano naturalmente le competenze necessarie è la base di ogni successo.