“Start-up” una parola sulla bocca di tutti, espressione molto in voga, anche troppo, da alcuni anni. Cosa vuole dire quindi fare comunicazione per start-up? Accordiamoci prima su cos’è una start-up.
La definizione di start-up del Dipartimento per le Politiche Europee è “impresa in fase di avvio della propria attività”.
Esistono altre definizioni, più famose, ma anche più corrette per l’obiettivo che ci poniamo:
Una startup è un’organizzazione temporanea in cerca di un business model replicabile e scalabile.
Steve Blank
Una startup è un’istituzione umana concepita per offrire nuovi prodotti o servizi in condizioni di estrema incertezza.
Eric Ries
Una startup è una società concepita per crescere velocemente.
Paul Graham
Ogni start-up dovrebbe andare a coprire un’esigenza del mercato: Spotify è stata una start-up, così come AirB&B o Netflix, attività che coprivano esigenze del mercato.
Di tutte queste definizioni, il punto in comune è il fatto che viene costituito qualche cosa che fino a prima non esisteva.
In realtà c’è anche un punto che dovrebbe essere in comune: ogni start-up deve avere un business plan.
Già dovrebbe averlo ogni azienda anche se attivata da tempo, ma il business plan è ancora più necessario per una start-up, in considerazione delle incognite esistenti che accompagnano un progetto innovativo. Mi sento di dire che probabilmente è così, ma spesso i business plan non sono completi (ecco perché il condizionale del verbo), almeno per la parte che riguarda la comunicazione.
Non ho spesso a che fare, ma per esperienza la bistratta strategia di comunicazione trova porte, se non portoni chiusi: “non possiamo perdere più tempo”, “siamo andati lunghi con il progetto e se non presentiamo scadono i termini dei finanziamenti” (eh sì, perché in Italia le start-up sono quasi tutte finanziate), “ci servono un marchio e un sito, penseremo poi alla strategia, se il progetto funziona”, “non abbiamo più fondi per la comunicazione, altrimenti non ne abbiamo per realizzare il prodotto”, e così via.
Non esagero a dire che questi sbarramenti sono la regola. Vado oltre le affermazioni, opinabili, ma sono perplesso: perché la start-up che ha l’opportunità di iniziare un progetto totalmente nuovo, non prevede in business plan un investimento in comunicazione?
Mi sembra non ci sia chiarezza di metodo o di strategia. Se l’obiettivo che ci porta a costituire una start-up è di offrire un prodotto/servizio che viene richiesto dal mercato, ma ancora non esiste (semplifico), devo dire che questo obiettivo non viene perseguito spesso.
Per cui come impostare la comunicazione di una start-up?
- Prima di tutto dovrebbe essere prevista, sarebbe già un successo. Come dicevo prima, spesso non accade ed è uno dei motivi per cui la start-up potrebbe non avere successo: se non so che esiste un nuovo prodotto, come lo posso acquistare?
- In secondo luogo deve seguire lo stesso stile che ha portato alla creazione del business plan, cioè tenere in considerazione il pubblico a cui è destinata la comunicazione, non solo l’azienda che lo propone.
- Gli elementi e i mezzi di comunicazione devono essere a basso impatto di investimento e agili. Agili significa che, vista la novità del prodotto, potrebbe anche capitare di cambiare il mezzo utilizzato sulla base della risposta del mercato. Quindi siti leggeri e facilmente modificabili, una comunicazione stimolante e non eccessivamente tecnica.
- Inserire nella programmazione momenti di valutazione dei risultati. Gli investimenti non sono infiniti, bisogna misurare periodicamente il raggiungimento degli obiettivi di comunicazione.
- Ultimo aspetto: i tempi. Senza una tempistica nel progetto di comunicazione si rischia di andare lungo e investire di più di quanto programmato. Questo comporta anche che l’azienda deve considerare la comunicazione alla stregua di ogni altro ambito dello sviluppo del prodotto/servizio. Tralasciare per mancanza di tempo, ad esempio, la raccolta di materiale per il popolamento del sito sarebbe uno dei passi deleteri al successo del progetto.
Spero che capiate che non si attiva una start-up perché “fa figo”: gli impegni e i rischi sono gli stessi di quando si decide di aprire un’azienda qualsiasi, non c’è differenza. Valutate bene se vale la pena e dopo averlo fatto, perseguite gli obiettivi e le strategie, anche di comunicazione.
Mi piacerebbe conoscere una startup che ha deciso di investire e programmare la comunicazione in fase di partenza.