Come la Strategia Oceano Blu rovinerà il tuo business

La prima volta che ho letto Strategia Oceano Blu (Kim – Mauborgne) è stato come un pugno nello stomaco.

Capire che tra “dire qualche cosa” e “saper dire qualcosa” c’è un mare, non è così semplice.

Ho iniziato a fare ragionamenti su come fosse difficile per un imprenditore far capire il vero motivo per cui un cliente dovesse scegliere la sua azienda in mezzo a molte altre e come una comunicazione che ricalcasse quella dei concorrenti non sarebbe servita a nulla.
Dopo Strategia oceano blu, libro letto che ero ancor giovane e appena approdato in agenzia pubblicitaria, non ho più smesso di cercare, come un segugio cerca un tartufo. In ordine ho scoperto:
  • Kevin Roberts e la sua strategia dei Lovemarks
  • La Mucca Viola di Seth Godin
  • Marketing Laterale di Tris De Bes (quello che mi ha colpito maggiormente)
Da quel momento ho iniziato a proporre visioni diverse alle aziende, prima in agenzia e poi come consulente, e ancora oggi questa è la strada che seguo: la differenziazione. 

 

Di recente noto alcune cose che da un lato mi danno enormemente fastidio, dall’altro mi preoccupano, anche per il prosieguo della mia attività. Corsi per insegnare agli imprenditori come impostare una strategia specifica: l’ultimo che ho visto insegnava a impostare una Strategia Oceano Blu per la propria azienda.

 

la mucca viola in un mare blu - immagine generata con AI
Immagine creata con AI ideata da Carlo Visenti

Perché non applicare una Strategia Oceano Blu, o meglio…

Perché sono preoccupato, chiederete voi? Perché si sta passando da aziende/consulenti che copiano la comunicazione dei “leader di mercato” (“se la fanno loro, allora vuol dire che bisogna fare così”) a “consulenti” che propongono di copiare le strategie di altri.
Intendiamoci. Ogni azienda che viene presa come esempio nei testi che presentano le varie strategie, hanno realmente avuto successo, molte di loro continuano ad avere successo ancora oggi. Ma nessuna di queste aziende ha deciso coscientemente di impostare la propria attività seguendo una strategia esistente. I diversi guru del marketing hanno studiato le imprese di successo e hanno codificato per loro una strategia che hanno visto essere comune per le esperienze visionate.

Prendiamo una strategia di successo…

L’artista di strada Guy Laliberté che a Montreal ha iniziato il progetto che sarebbe diventato Le Cirque du Soleil non ha certamente impostato la sua idea dicendo: “Aspetta un po’ che vado a vedere cosa dice la Strategia Oceano Blu ….. Che bella strategia, adesso la seguo anch’io”.
Si è confrontato con i circhi esistenti, ha analizzato quei punti critici dal punto di vista economico e etico e ha impostato un progetto che non esisteva e che evitava queste criticità. Avrebbe potuto essere un disastro, è stato un successo. Kim e Mauborgne hanno studiato l’idea solo dopo il raggiungimento del successo e l’hanno codificata all’interno di un processo che hanno definito Oceano Blu.
Se il CEO di Harley Davidson partecipasse ad uno di questi corsi su Oceano Blu, cosa direbbe, lui che ha un’azienda che è riconosciuta da tutti come capostipite della strategia del Marketing delle Tribù? Che ha sbagliato tutto? Ne dubito fortemente.

Andare a spiegare ad una platea di imprenditori come far diventare la loro azienda un esempio di Strategia Oceano Blu è una follia.

Ogni azienda è unica, ha caratteristiche diverse una dall’altra, persone diverse, mercati diversi, capacità di apprendimento diverse e organizzazioni diverse.
Non esiste una azienda uguale ad un’altra, così come non esiste un’azienda che punti ESATTAMENTE alle stesse cose di un concorrente.
Oltre a tutto questo, le modalità con cui questo corso viene venduto somigliano al vecchio stile della nota imbonitrice Vanna Marchi. Sono stufo che il lavoro che io e molti seri colleghi facciamo venga parificato a questi presunti consulenti.
Un altro grandissimo pericolo in questo comportamento, in questa proposta, è che si dimentica che di fronte ad un successo non sappiamo quanti insuccessi ci sono stati, anche solo per aver sbagliato il momento. Di fronte ad un Jeff Bezos che inizia a fare affari in un piccolo ufficio sotto un foglio scritto a mano con la parola Amazon, sappiamo quanti ce ne sono che hanno fallito? No, semplicemente perché di queste persone interessa poco (diciamo pure nulla) al pubblico. È molto interessante e motivante la persona che ha successo, parlare invece degli insuccessi non interessa a nessuno. Questo però spinge un imprenditore a fare delle scelte simili a quelle di aziende molto più grandi della sua, che erano in particolari condizioni magari non ripetibili, con investimenti diversi: facilmente si arriva all’errore.
Vi dico un segreto: ogni imprenditore dovrebbe capire i retroscena degli insuccessi, non c’è pericolo maggiore di chi non sa perché sta avendo successo (di questo magari ne parleremo in un altro articolo). Guardate chi ha avuto successo e capitene il motivo, ma guardate soprattutto gli insuccessi per evitare di ripetere gli errori.
Per il proprio business, ogni imprenditore dovrebbe avere l’obiettivo di costruirsi – o farsi aiutare a costruire – una propria, unica, differenziante strategia (e non solo di comunicazione). Se vuole nutrire il proprio ego, sperare che in un futuro non troppo lontano, questa sua strategia venga notata e codificata come esempio di marketing.
L’equilibrio è fondamentale: non farsi frenare dalla paura, non partire a razzo senza valutazioni serie.
Oggi voi in che posizione vi trovate? Mi interessa sapere se avete una strategia che potrebbe entrare nei libri di marketing (o se ne cercate una).
Parliamone.
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