Procrastinare come strumento di difesa

Oggi vi voglio parlare di ‘Procrastinare come strumento di difesa’.

Qualcuno dirà che non è un argomento di comunicazione. Vero, però oggi voglio fare l’impavido ed addentrarmi in un ambito diverso dal mio, credo di avere comunque qualche cosa da dire. Mi direte poi se ho ragione…

Tutti noi ogni giorno prendiamo decisioni. Dal momento in cui decidiamo cosa mangiare a colazione fino a fine giornata quando siamo indecisi se andare a letto o fare ancora una cosa.

Lo stesso capita nelle aziende. Questo nuovo prodotto lo porto in produzione? Acquisto l’auto aziendale per il nuovo commerciale? Assumo quella persona per l’amministrazione? E così via.

Anche se si tratta di comunicazione, l’azienda deve prendere delle decisioni. Questo progetto fa per me? Questa bozza di catalogo mi convince? Ma come devo realizzare il nuovo sito web? Queste sono solo alcune delle decisioni a cui l’azienda deve fare fronte.

Ogni imprenditore deve sapere una cosa: le decisioni vanno prese.

Anche non decidere è una decisione: coscientemente si decide di non agire. È una delle scelte più assurde e incomprensibili che un imprenditore possa decidere di prendere.

Mi ricordo il mio primo titolare, era convinto che lasciando le cose rotte, prima o poi si aggiustassero da sole. Un bel giorno entra in ufficio ed entusiasta ci comunica che il difetto sull’accensione dell’auto che aveva da lungo tempo, si era risolto senza nessun intervento. In quel momento il fac totum dell’ufficio si alza e gli dice che lo aveva sistemato lui perché era stufo di non sapere, quando prendeva quell’auto, se sarebbe tornato in ufficio oppure no.

Questo, secondo me, è il problema maggiore: se non prendi una decisione, un altro lo farà per te. Se si tratta di un tuo collega può anche andare bene, ma se si tratta del concorrente che erano mesi che non aspettava altro che prendere i tuoi clienti, potresti avere un grosso problema.

Un progetto strategico viene realizzato sulla situazione che il consulente vede oggi e, se accettato dal cliente, la strategia va controllata ed eventualmente modificata nel tempo in considerazione di come si muove la concorrenza. Un progetto che una volta presentato viene lasciato fermo in un cassetto perché “dobbiamo ragionare bene, è un grande passo” e viene ripreso dopo due mesi non avrà mai lo stesso effetto. E se la strategia presentata si basava su una intuizione, la stessa intuizione può venire anche al concorrente.

Quindi perché attendere e procrastinare? Paura, soltanto paura di uscire dal conosciuto per intraprendere una strada sconosciuta.

Non voglio convincervi che lo dobbiate fare. Vi dico solo una cosa. I viaggi più belli li fate quando vedete posti nuovi.

Se non volete procrastinare, ma volete evitare di fare errori, parlate con me. Non vi posso garantire che non farete errori, ma vi darò la mia idea, diversa, per farvi vedere l’azienda da un altro punto di vista: probabilmente vi serve solo questo.

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